Browning, Milgram, Zimbardo. L’impersonale meccanismo. Obbedienza e ruolo nel comportamento di gruppo. Parte 1 di 3
27 Luglio 2016
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Etichettamento eufemistico, metafore corporali e disimpegno morale

Il linguaggio eufemistico è uno interessante espediente attraverso il quale viene mascherata la condotta immorale con una patina di rispettabilità [1]. Studi sperimentali rivelano il potere disinibitorio del linguaggio eufemistico [2].

Alcuni esempi si possono trovare nel linguaggio usato dagli agenti di intelligence che quando uccidono le persone, le “terminano, con estremo pregiudizio”. I mercenari “portano a termine il contratto”, con cui l’assassinio è trasformato nell’onorare un proprio dovere. L’uso del bombardamento con l’aviazione diventa invece un “attacco chirurgico”, in tal modo l’azione diventa quella giusta di curare un male attraverso la sua rimozione e se vengono uccisi civili, questi diventano “danno collaterale”.

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E ancora, in ambito economico, il mentire durante le transazioni economiche viene chiamato “travisamento strategico” (strategic misrepresentation NdT); le persone in ambito aziendale non vengono licenziate bensì “si ridimensionano le operazioni per raggiungere livelli di opportunità di mercato proficue”.

La forma passiva del linguaggio può essere utilizzata per dare l’idea che le condotte riprovevoli siano opera di forze esterne senza nome. In tal modo le persone si descrivono come mosse meccanicamente senza essere responsabili dei loro atti. George Orwell ne’ “La politica e la lingua inglese”, descrive la relazione tra il linguaggio e l’abuso nella politica. I politici corrotti dicono: “Deve essere ammesso, ora che il rapporto è stato letto, che sbagli sono stati fatti” invece che: “Ho letto il rapporto, e ammetto che ho fatto uno sbaglio”.

Inoltre, il linguaggio attraverso l’utilizzo di colorite metafore permette di annullare le auto-sanzioni, conferendo un’altra immagine alle attività immorali; nello scandalo Watergate, la cospirazione si chiamava “lo schema di gioco” e i cospiratori “i compagni di squadra”, cosa che ritraeva i cospiratori sotto la luce galante di atleti sportivi.

Le parole hanno un potere auto-assolutorio in particolare quando in qualche modo vengono “disinfettate” (sanitized) con metafore che ne separano gli aspetti negativi, o comunque non utili per il disimpegno, e ne vengono dati di nuovi, questa volta più utili.

Le metafore del corpo

Recenti studi hanno tuttavia mostrato che non solo le parole, ma anche le metafore fisiche possono essere funzionali al disimpegno morale. Per esempio è stato notato che l’area del cervello preposta all’elaborazione del disgusto, e cioè l’insula, si attiva sia quando vi è uno stimolo visivo disgustoso, per esempio del cibo con delle larve sopra, che – e qui è la cosa interessante – quando viene osservato un atto immorale “disgustoso”.

L’insula sembrerebbe processare sia il disgusto per il cibo, che il disgusto morale [3].

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Così come anche un’altra area, il cingolato anteriore, si attiva sia nel dolore fisico proprio, per esempio quando qualcuno ci punge con uno spillo, che nel dolore psichico, cioè il dolore per la vista di qualcun altro che soffre, l’empatia, e super-attivata in chi soffre di depressione [4].

In un interessante studio, venne dimostrato come il cervello tende a confondere il letterale e il metaforico, nel senso di pulizia. Ai volontari fu richiesto di ricordare un atto morale o uno immorale del loro passato, dopo, come ringraziamento, i ricercatori offrirono in regalo ai volontari una scelta tra una matita e un pacco di fazzoletti antisettici. I volontari che avevano ricordato l’atto immorale avevano più probabilità di scegliere i fazzoletti.

In un successivo studio ai volontari era data, o non data la possibilità di lavarsi le mani. Quelli che ne hanno avuto la possibilità avevano meno probabilità di rispondere a una richiesta d’aiuto che era stata organizzata dai ricercatori dopo l’esperimento. Si rileva che Lady Macbeth e Ponzio Pilato non erano i soli ad auto-assolversi lavandosi le mani [5].

In un altro studio i volontari che lessero un trafiletto che riguardava batteri pericolosi prima di pensare agli USA come un organismo, erano più proni ad esprimere opinioni negative a riguardo degli immigrati [6].

La spiegazione di questo fenomeno è che il cervello umano ha dovuto usare ciò che aveva già a disposizione quando è emersa la richiesta di nuove funzionalità, dunque le stesse aree del cervello svolgono più funzioni. Funzioni singolari che si sono sedimentate nel linguaggio nel corso della storia umana e a cui le nuove scienze della mente e del cervello possono dare un nuovo significato, rilevante anche ai fini di uno studio sul disimpegno morale.

Bibliografia

[1] Bandura. A, Social cognitive theory of moral thought and action IW. M. Kurtines & J. L. Gewirtz, 1991

[2] Diener E., Dineen J., Endresen K., Beaman A. L. e Fraser S. C., Effects of altered
responsability, cognitive set, and modeling on physical aggression and deindividuation.
Journal of Personality and Social Psychology 31, 1975

[3] Eslinger P. J. e al., The Moral Affiliations of Disgust – A Functional MRI Study , 2004

[4] Decety J. e al., How do we perceive the pain of others? A window into the neural processes involved in empathy , 2004

[5] Zhong C., Liljenquist K., Washing Away Your Sins: Threatened Morality and Physical Cleansing Science 313, 2006

[6] Landau M. J., Sullivan D., e Greenberg J., Evidence that self-relevant motives and metaphoric framing interact to influence political and social attitudes Psychological Science 20, 2009