Il problema è: come fare a controllare che una notizia sia ‘vera’?
Di queste notizie false forse l’unica cosa vera è il sentimento che le ha generate. Nel caso della falsa notizia delle luci di natale, il sentimento potrebbe essere quello di paura e rabbia, unito ad un desiderio che ‘lo straniero’ se ne vada via, anche forzatamente.
Queste notizie hanno il potere di moltiplicarsi, e lo fanno perché trovano terreno fertile in un sentire comune. Perché una notizia altrettanto falsa come: “La Comunità Islamica contribuisce 1 milione di euro per le luci di Natale svedesi” non avrebbe lo stesso impatto, né diffusione?
A questo proposito alcuni autori parlano di contagio. Le emozioni si diffondono da persona a persona attraverso vari mezzi. In contesti individuali, le emozioni hanno una rapida insorgenza e una rapida estinzione. In gruppo i membri possono contagiarsi a vicenda, permettendo a queste emozioni di crescere a dismisura, creando il comportamento spesso pericoloso nella storia, della folla.
Purtroppo, l’idea di questo video – per quanto mossa da buoni intenti – ha senso per, e persuade solo, quelli che non condividono lo stesso sentimento. Quelli cioè che, in primo luogo, non avrebbero diffuso la notizia. E, ahimé, ho il sospetto che questo piccolo articolo che sto scrivendo abbiano il medesimo difetto.
Detto questo, le notizie false generate da questi sentimenti sono molto pericolose. Portano, nel migliore dei casi alla discriminazione, nel peggiore al genocidio. Davvero pensate prima di condividere a che cosa condividete sui social!
A questo proposito, un grande psicologo sociale Philip Zimbardo disse: “Bastoni e pietre possono rompermi le ossa. Ma le parole possono uccidermi!”
Per questo motivo, in futuro diventerà importante essere capaci di utilizzare i social media responsabilmente. Perché come direbbe Zoe Barnes, nella serie House of Cards: “Questi giorni, quando parli con una persona, parli a mille“.